Il filosofo dello sciamanesimo

Carlos Castaneda

I libri di Carlos Castaneda che raccontano le sue esperienze con un “uomo di conoscenza” indio Yaqui, don Juan Matus, sono come una specie di passaggio, di apertura (un “gate”). Durante la loro lettura si attraversa un varco ( la vagina cosmica, del libro “Il dono dell’Aquila” ? ), un’apertura verso altre dimensioni o meglio verso aspetti inusuali e inaspettati di questa nostra dimensione tramite il raggiungimento della coscienza superiore.

E’ un’apertura della mente. Dopo avere attraversato questo passaggio ci si ritrova nella seconda attenzione, uno stato di coscienza superiore, il mondo che ci circonda cessa di essere qualcosa di conosciuto e di scontato e si apre alla scoperta e alla meraviglia.

Questa nuova dimensione è diversa, è satura di potere e di energia…

Quando ho iniziato a leggere le storie di don Juan di Carlos Castaneda non capivo quasi nulla di quello che aveva scritto (2001). Lentamente, progressivamente, con le esperienze in ambito sciamanico che ho avuto la fortuna di vivere, ho capito sempre meglio quello che leggevo.

Carlos utilizza un trucco da stregoni: quando si leggono i suoi libri, il punto di unione si sposta e le percezioni si portano nella seconda attenzione. La visione e la comprensione diventano limpidissime, l’intuizione si alza a livelli incomprensibili… come fa a realizzare tutto questo?

E’ semplicemente un mistero! non esiste alcuna spiegazione se non l’insistenza, la perseverante tenacia di continuare a leggere e rileggere questi libri. non esiste alcuna spiegazione se non l’insistenza, la perseverante tenacia di continuare a leggere e rileggere questi libri. L’esperienza è l’unica via possibile per arrivare alla conoscenza!

In questi ultimi anni la comprensione è diventata per me sempre più chiara, sembra che don Juan parli proprio a me e mi dia gli spunti per realizzare le tecniche adeguate per alzare il livello energetico e sperimentale, e per poter anche trasmetterle agli altri. Poi il ritorno alla realtà ordinaria provoca spesso il dimenticare ciò che si è ottenuto, ma non sempre è così ed è importante scrivere, per poter rileggere in un secondo tempo anche le intuizioni che possono essere andate perdute.

Consiglio di leggere e rileggere più volte i libri di Carlos Castaneda per affinare sempre di più la seconda attenzione e poi… chissà, magari la terza arriva da sola, per semplice conseguenza, oppure per l’intervento dello spirito.

A scuola dallo Stregone – (1968)

… ecco finalmente, il suo primo libro

“Un uomo va alla conoscenza come va alla guerra, vigile, con timore, con rispetto, e con assoluta sicurezza. Andare alla conoscenza o andare alla guerra in qualsiasi altro modo è un errore, e chiunque lo fa vivrà per rimpiangere i suoi passi”

(da un dialogo di don Juan nel libro “A scuola dallo stregone”)

Fermare il mondo

da Viaggio a Ixtlan

un libro di Carlos Castaneda

Genaro ha raccontato la sua storia a te” disse don Juan, “perché ieri tu hai fermato il mondo, e perché pensa anche che hai visto, ma sei un tale sciocco che non lo sai nemmeno tu. Continuo a dirgli che sei strano e che presto o tardi vedrai. In ogni caso, nel tuo prossimo incontro, se per te ci sarà una seconda volta, dovrai lottare con l’alleato e domarlo. Se sopravvivi alla scossa, e ne sono sicuro perché sei forte e vivi come un guerriero, ti ritroverai vivo in un paese sconosciuto. Allora, come è naturale per tutti noi, la prima cosa che vorrai fare sarà prendere la via del ritorno a Los Angeles, ma non c’è via di ritorno a Los Angeles. Quello che hai lasciato là è perduto per sempre. Allora, naturalmente, sarai uno stregone, ma non avrà importanza; in un momento come quello l’importante per tutti noi è il fatto che tutto ciò che amiamo, odiamo o desideriamo è rimasto alle nostre spalle. Tuttavia i sentimenti di un uomo non muoiono né cambiano, e lo stregone prende la via del ritorno sapendo che non arriverà mai, sapendo che nessun potere sulla terra, nemmeno la sua morte, lo porterà al posto, alle cose, alle persone che amava. Questo ti ha detto Genaro.”

La spiegazione di don Juan fu come un catalizzatore; l’intero peso della storia di don Genaro mi colpì all’improvviso quando incominciai a collegare la sua storia alla mia vita.

(dal cap. 20)

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